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9-Aprile-2010

Pedofilia: Giurisprudenza in materia

Proposta della Commissione Europea

Di seguito pubblichiamo quanto la Commissione europea ha posto in esame perché venga approvato in materia di sanzioni più severe contro l'abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori.
Condividendone i contenuti e fiduciosi che la proposta della Commissaria europea per gli affari interni Cecilia Malmström venga approvata, come Società scientifica diamo la nostra più ferma adesione.

La Commissione europea ha proposto oggi una nuova normativa che obbliga gli Stati membri ad inasprire le pene per chi abusa sessualmente di minori. La proposta chiede che siano perseguite penalmente attività come il “grooming” (il fatto cioè di stringere amicizia con un minore per poi abusarne) e il “turismo sessuale”, anche se l’abuso è commesso al di fuori del territorio dell’UE. La Commissione vuole anche che si faccia di più sul fronte della prevenzione e per proteggere le vittime, in particolare affinché i responsabili abbiano accesso a un trattamento personalizzato che eviti la reiterazione del reato.

La commissaria europea per gli affari interni Cecilia Malmström ha dichiarato: “Abusare di minori significa perpetrare orrendi delitti contro bambini e adolescenti, marchiandoli a vita. Sfruttare sessualmente un minore significa usare un bambino o un adolescente come un oggetto sessuale arricchendosi sulle sue sofferenze. Scaricare e visionare materiale pedopornografico su Internet determina un aumento degli stupri di minori commessi proprio per produrre quelle immagini. Tutto quel che sarà possibile fare contro questo fenomeno, l’UE deve farlo e lo farà.”

Gli studi rivelano che in Europa una percentuale di minori compresa tra il 10% e il 20% è esposta al rischio di violenze sessuali. Alcune forme di violenza sessuale sono in aumento. Cresce il numero di siti a contenuto pedopornografico e ogni giorno compaiono sul web 200 immagini nuove. Le vittime ritratte sono sempre più giovani e il materiale diventa sempre più esplicito e violento. Il 20% circa degli autori di reati sessuali tende a commettere nuovamente il reato dopo la condanna.

La proposta odierna semplificherà la lotta contro questi reati con una serie di iniziative:

- l’abuso e lo sfruttamento sessuale sono da considerarsi reati gravi, punibili con pene severe in tutta l’Unione, e diventano penalmente perseguibili nuove forme di abuso come il “grooming” (l’adescamento di minori su Internet a fini di abuso), il fatto di visionare materiale pedopornografico su Internet anche senza scaricarlo e l’indurre un minore a posare in atteggiamenti sessualmente espliciti di fronte ad una webcam;

- i “turisti sessuali” che si recano all’estero per abusare di minori saranno perseguiti una volta tornati in patria;

- le giovani vittime saranno protette in modo da evitare loro traumi aggiuntivi quando devono rendere dichiarazioni alla polizia e alle autorità giudiziarie o quando devono testimoniare in tribunale, e riceveranno assistenza legale gratuita;

- ogni colpevole dovrà sottoporsi a un esame individuale e avrà accesso ad un trattamento personalizzato per evitare il rischio di recidiva;

- l’interdizione del condannato dall’esercizio di attività che comportino contatti con minori dev’essere effettiva in tutta l’Unione e non solo nel Paese in cui è stata pronunciata la condanna;

- gli Stati membri avranno l’obbligo di provvedere al blocco dell’accessi ai siti web pedopornografici, essendo difficilissimo eliminarli alla fonte, specialmente se il sito è situato al di fuori dell’UE. Spetterà agli Stati membri decidere come disporre tale blocco, sempre nel rispetto delle garanzie giuridiche.

La proposta odierna sostituirà la normativa attuale, in vigore dal 2004, e si basa su una proposta presentata nel marzo del 2009 che è stato necessario rielaborare a seguito dell’entrata in vigore del trattato di Lisbona. In questo modo la Commissione potrà verificare che gli Stati membri recepiscano correttamente la normativa dell’UE nei loro ordinamenti e portare dinanzi alla Corte di giustizia i Paesi che non lo fanno.

La proposta sarà esaminata dal Parlamento europeo e dal Consiglio dei ministri dell’UE e, una volta approvata, dovrà essere recepita nelle normative nazionali.

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